Animando...

Votes taken by Fiore di Maracuja

  1. .
    Ecco a voi alcune storie di tartarughe che sono passate dalle stalle alle stelle!!

    Ferita alle zampe posteriori, questa tartaruga rischiava di non potersi più muovere. Ma i veterinari di Tel Aviv le hanno installato sotto il guscio delle ruote e ora la tartaruga è in grado di camminare!
    diapo_tortue

    GERUSALEMME - Zvika è la prima tartaruga con le ruote. La testuggine, schiacciata da una falciatrice, era arrivata al Wild Animal Hospital di Ramat Gan, in Israele, in condizioni molto gravi. Grazie all'intervento dei veterinari, che l'hanno dotata di due ruote posteriori, la tartaruga è tornata lentamente a camminare.
    20110107_c5_tarta

    La tartaruga che vedete nella foto si chiamava Little Bit. Fu investita da un’auto nel 2000 e fu presa in custodia per la riabilitazione da Jim Lee. Dopo essere riuscito a riparare con colla e strip di velcro il carapace di Little Bit , il soccorritore si accorse che il trauma aveva paralizzato le zampette posteriori della povera tartarughina. Jim non si diede per vinto ed ebbe l’idea di realizzare un sistema di deambulazione a rotelle per Little Bit, recuperando i pezzi necessari da un vecchio areoplanino radiocomandato. Dopo pochi mesi la tartaruga riprese a camminare e a muoversi liberamente, anche se non fu possibile rilasciarla allo stato selvatico. Purtroppo Little Bit morì inaspettatamente e all’improvviso due anni dopo, nel 2002.

    jpg

    La povera tartaruga Tonka ha avuto una disavventura con un cane, e ha perso la zampa anteriore. Trovata gravemente ferita, è stata aiutata, ma non avrebbe mai più potuto camminare bene. Uno di coloro che la hanno salvata, allora ha avuto un’idea: usare le ruote di un giocattolo per bambini.
    Ora è la tartaruga più veloce della California, legata alle ruote del camioncino giocattolo, mentre si da la spinta con le zampette posteriori e da la direzione con quelle anteriori. E’ stata adottata da un residente e pare apprezzare la velocità datale dal nuovo sistema di movimento. Dopotutto, è passata da tre zampe a quattro ruote!

    jpg
  2. .
    Introduzione:
    Trachemys è un genere di rettili appartenente all'ordine delle testuggini. È una tartaruga d'acqua dolce diurna che in cattività può vivere in media fino a 35 anni se tenuta in condizioni ottimali, mentre allo stato brado supera con difficoltà i 25-30 anni.
    Genere cosmopolita, robusto e dalle grandi capacità di acclimatazione ed adattamento ha una estesa diffusione nelle Americhe, con un areale che partendo dai confini meridionali del Canada si protende fino in Argentina. A seguito di massicce esportazioni a scopi commerciali dagli Stati Uniti, alcune specie sono divenute endemiche di molte zone dell'Europa, dell'Asia e dell'Australia. I loro habitat preferiti sono i laghi, gli stagni e i fiumi dal corso d'acqua lento e fangoso con abbondanza di piante acquatiche e pesce. D'estate al prosciugarsi delle pozze d'acqua scavano delle buche nel fango o si riparano nei boschi o nell'erba alta.

    trachemys-scripta-30381



    Caratteristiche:
    La pigmentazione del carapace varia molto a seconda della specie ed è formata da una mescolanza di colori e tonalità secondo complessi disegni per aumentarne il mimetismo, i giovani esemplari presentano una colorazione più vivace. Il capo spesso presenta una caratteristico disegno che delinea la zona auricolare. Alcuni esemplari tendono con gli anni ad assumere una colorazione molto scura. Questa caratteristica si presenta in molte specie di Trachemys rendendole indistinguibili tra loro tanto che in passato furono ritenute specie a se stante con il nome di Trachemys rugosa. Il piastrone è generalmente di colorazione gialla con delle macchie scure.
    Le Trachemys, in particolare le scripta scripta e le scripta troosii, non sono portatrici di alcuna malattia,diversamente dalla loro sorella sthrenoterus odoratus.
    Pacifiche, vivono spesso in colonie che non superano la decina di esemplari. Amano oziare e stare fuori dall'acqua sotto i raggi del sole. Sono rettili dai modi rilassati ma sono sempre allerta e alla vista di un pericolo o di qualsiasi altra cosa possa incutere loro timore, si tuffano in acqua per proteggersi.

    cimg3384



    Dimorfismo sessuale:
    Il riconoscimento del sesso avviene attraverso l'individuazione dei caratteri sessuali secondari. La coda del maschio è lunga, robusta e grossa alla base, a causa della presenza degli organi riproduttivi, via via diventa più fine, le unghie sono molto sviluppate specialmente sulle falangi centrali, il piastrone è leggermente concavo e il carapace solitamente più appiattito rispetto a quello di una femmina. I maschi sono più piccoli rispetto alle femmine. Allo stato naturale i maschi raggiungono la maturità sessuale a 2-5 anni di età, a una lunghezza del piastrone di 9–10 cm. La femmina ha invece coda tozza e unghie corte. Il carapace può essere bombato. La femmina è più grossa rispetto al maschio, diventa sessualmente matura quando raggiunge in media una lunghezza di 15–18 cm.
    Il sesso non si può riconoscere prima dei 4-5 anni di età.

    differenzetramaschioefe



    Alimentazione:
    Le tartarughe del genere Trachemys sono onnivore. Sono animali particolarmente voraci, quindi se tenute in cattività devono essere supervisionate per quanto riguarda la quantità del cibo. I giovani esemplari, di età inferiore ai tre anni, sono prevalentemente carnivori e si nutrono di piccoli invertebrati e vertebrati. Il cibo a base proteica migliore da dare alle tartarughe Trachemys è il pesce di lago o fiume fresco. In caso di cura in cattività è giusto sapere che da piccole devono mangiare una volta al giorno e la quantità deve essere equivalente alla testa della tartaruga. Con l'avanzare dell'età la dieta deve variare e al pesce si aggiungeranno i vegetali. Una volta adulte è giusto che mangino in media ogni 2-3 giorni. In natura queste tartarughe prediligono piante acquatiche, ma in assenza di queste gli allevatori potranno dare foglie di tarassaco, cicoria, radicchio, basilico, zucchina, carota, piselli. Sarebbe meglio evitare l'insalata, eccetto la lattuga romana, in quanto può dare qualche problema durante la digestione.
    In commercio vengono trovati facilmente dei mangimi in pellet che contengono sali minerali e vitamine. Vanno integrati nella dieta delle tartarughe come degli snack. Sul mercato sono molto diffusi i gamberetti secchi "gammarus" che vengono usati da molti allevatori inesperti come mangime principale per le Trachemys ma in realtà questo mangime è assolutamente sconsigliato in quanto è solo l'esoscheletro del gamberetto, privo di vitamine e ad alto contenuto proteico. I gamberetti secchi possono essere usati come snack ma vanno somministrati raramente e non devono sostituire un pasto. Una cattiva alimentazione è alla base della maggior parte delle morti di questi animali.
    È invece obbligatorio, per i primi anni di vita e nell'uscita dal letargo, la presenza di un osso di seppia nella vasca. Gli ossi di seppia sono reperibili dal pescivendolo o nei negozi di animali in quanto vengono venduti per gli uccelli in gabbia. È necessario poiché fornisce il calcio per far crescere nel modo corretto il guscio della piccola Trachemys. Essendo le tartarughe di natura molto sensibili allo stress, causato anche da un suono troppo forte o dal variare del cibo, impiegherà qualche giorno di tempo per imparare a mangiare tutto (soprattutto se in giovane età). Eccetto le verdure, che saranno con molta probabilità rifiutate. Un sistema efficace per darla loro in pasto con facilità è sporcare le verdure con del pesce in modo che esse ne prendano l'odore e la tartaruga sia più invogliata a mangiarla.

    Allevamento:
    Le tartarughe acquatiche possono essere ospitate in laghetti, stagni oppure acquaterrari.
    In acquaterrario ogni tartaruga necessita per sé almeno 30 litri d'acqua da baby. L'acqua deve essere alta almeno 7cm quando sono baby e almeno 35cm da adulte.
    Le giovani tartarughe possono essere ospitate in un acquaterrario piuttosto ampio, munito di una cospicua area asciutta. Questo deve essere dotato di un termoriscaldatore e di una fonte di luce a raggi ultravioletti A e B in caso di mancanza di luce solare diretta.
    Le temperature ottimali vanno dai 18 ai 28 °C con una lieve escursione termica giornaliera di circa 5-6 °C; la temperatura va mantenuta a questi parametri mediante l'uso di un riscaldatore per acquari. L'umidità dovrebbe aggirarsi attorno al 50-60%.
    Se tenute all'esterno devono essere poste in un posto soleggiato dove possano ricevere almeno 8 ore di sole al giorno con presente una zona d'ombra in cui rifugiarsi in caso di caldo eccessivo. Il sole è infatti importantissimo per la crescita di questi rettili in quanto è una fonte di raggi ultravioletti.
    Se invece sono tenute in casa le tartarughe non possono ricevere raggi ultravioletti e quindi rischiano di incorrere nell'ipocalcemia (uno dei sintomi è il guscio morbido e l'arresto della crescita). In casa sarà infatti necessario avere una lampada ad ultravioletti B (si consiglia 5% oppure 7-8%, da non confondere con la lampada spot!). Questa lampada dovrà essere accesa almeno 10 ore al giorno e dovrà essere puntata a 25cm di distanza dalla zona emersa su cui fanno basking questi animali.
    Quando le loro dimensioni cominciano a superare la decina di centimetri di carapace in lunghezza, andrebbero alloggiate all'aperto (in un apposito laghetto oppure in grandi vasche poste all'esterno) per tutto l'anno, eccezione fatta per le aree montane dove si consiglia il ricovero invernale in un locale non riscaldato. Se non fosse possibile ospitare le tartarughe adulte all'aperto, si consiglia di tenerle tutto l'anno in un acquaterrario 100x50x50 (1 esemplare) o 120x60x60 (2 esemplari) a seconda della grandezza che hanno. Per individui adulti la capienza dell'acquaterrario dev'essere di almeno 200 litri. In laghetto sarebbe meglio che non scendesse sotto i 500 litri.
    Risentono molto dello stress per cui è meglio non stuzzicarle.

    SOcrkr2


    Foto dell'utente monik72 di tartarugando.it


    La tutela della Trachemys in Italia:
    La Trachemys è inserita nell’ elenco mondiale delle 100 specie più invasive.
    Questa specie viene comunemente ritenuta una temibile predatrice di anfibi, pesci e uccelli acquatici e concausa della diminuzione degli esemplari dell’autoctona Emys orbicularis. Tale luogo comune è in contrasto con innumerevoli studi italiani ed europei evidenziano che la specie nei primi anni di vita è prevalentemente insettivora e da adulta è prettamente vegetariana ed opportunistica, con scarse capacità predatorie, al contrario della prettamente carnivora Emys Orbicularis, inoltre non sono stati evidenziati casi di predazione alla piccola fauna simpatrica, pesci e pulli di ‘’ralli’’ e di ‘’anaditi’’.

    Si stima che in Italia ogni anno giungano circa 900.000 testuggini l’anno e l’abnorme diffusione degli esemplari, negli specchi, corsi d’acqua, finanche nelle fontane e laghi dei parchi pubblici è dovuta esclusivamente al continuo rilascio di esemplari adulti o subadulti capaci di superare con un fase di letargo i rigori invernali, cosa non possibile per i giovani esemplari. Nelle varie zone climatiche italiane è stato osservato che negli le deposizioni di uova raramente portano alla schiusa e che gli esemplari sopravvivono solo in condizioni di semilibertà in ambienti lacustri protetti e nelle zone meridionali con inverni meno rigidi. La sua massiccia presenza è dovuta solo al continuo costante rilascio di svariate decine di migliaia di esemplari adulti e subadulti ben alimentati nella fase di allevamento domestico, cosa che fa superare la fase di riduzione naturale per predazione a cui sono sottoposti i giovani esemplari selvatici.
    Analizzando tutti questi fattori è stato ipotizzato che senza questi continui rilasci questa specie sarebbe destinata a scomparire in alcune decine di anni per la sua incapacità di riprodursi e quindi sia da ritenere sì alloctona ma non specie acclimatata.

    In Italia le tartarughe appartenenti al genere Trachemys rientrano nella categoria degli animali alloctoni (animali non originari dei nostri territori) e pertanto è severamente vietato l'abbandono ed il loro rilascio in ambienti nostrani (laghetti e canali). Oggi la diffusione incontrollata di specie animali alloctone è riconosciuta a livello mondiale come uno dei principali motivi di perdita della biodiversità, seconda solo alla perdita e distruzione degli habitat (inquinamento, caccia, pesca, cementificazione e deforestazione). Costituisce quindi un grave impatto ambientale. Il crimine dell'abbandono di queste tartarughe è regolamentato dalle seguenti leggi:

    1. Maltrattamento animale e abbandono

    2. Danni ambientali provocati dalla liberazione in natura di animali alloctoni

    I trasgressori possono quindi incorrere in pesanti sanzioni amministrative e penali.

    cimg3513w
  3. .
    La siglia C.I.T.E.S. sta per "Convention on the International Trade of Endangered Species" (Convenzione sul commercio internazionale di specie in pericolo di estinzione), meglio conosciuto come "Convenzione di Washington" perché firmata, dai paesi aderenti, nella capitale statunitense il 3 marzo 1973 (il trattato é stato successivamente ratificato dall'Italia con Legge n. 874 del 19/12/1975 ed applicato molto più tardi). Ora vi aderiscono 160 Paesi.
    Ogni Paese ha una propria autorità di Gestione che, per l'Italia, è il Ministero dell'Ambiente. Le autorità amministrative italiane che, invece, possono emettere licenze e certificati per il settore Cites sono il ministero dello Sviluppo Economico (licenze di importazione ed esportazione) e quello Ministero delle politiche agricole e forestali tramite il Servizio Cites del Corpo Forestale dello Stato (notifiche di importazioni, certificati di riesportazione e certificati comunitari).
    La C.I.T.E.S. è nata dall'esigenza di controllare il commercio di animali e piante in via d'estinzione. Ha quindi la funzione di limitare lo sfruttamento commerciale di questi animali, una delle cause principali dell'estinzione in natura di numerose specie.

    La Cites comprende due allegati o appendici in cui vengono elencate le specie protette.
    Nel primo allegato (A) vi sono gli animali o le piante di cui è vietato il commercio se non scopi speciali autorizzati dallo Stato.
    Nel secondo allegato (B) vi sono gli animali o le piante che non necessariamente sono in via d'estinzione ma che sono controllati dallo Stato (probabilmente sono pericolosi per l'uomo). Quindi sono ancora passibili di cattura e vendita purché in accordo con la legge. Questi animali o piante vengono messi sotto controllo su richiesta di collaborazione di uno dei Paesi aderenti alla cites per evitarne un traffico illegale.
    Le specie possono essere aggiunte o rimosse dalle appendici a seconda di ciò che ritengono giusto i Paesi sottoscrittori.
    Singole popolazioni di una specie possono avere diversi bisogni a livello di conservazione e quindi essere incluse in diverse appendici.

    Il prodotto protetto dalla convenzione Cites non può essere ceduto: senza una certificazione quel prodotto è sicuramente di origine illecita. Se, invece, viene venduto con una certificazione, questa deve essere sottoposta al vaglio del Cites.
    Chiunque acquisti una specie inserita in una delle due liste deve ricevere un documento che riferisca precisamente il numero di Cites dello stesso e nel caso l'animale in questione si riproduca presso un privato questo dovrà rilasciare almeno un documento firmato e completo dei suoi dati, indicante la data della denuncia di nascita che ha depositato, presso la Forestale. Questa dichiarazione (denuncia dichiarativa di nascita in cattività) va obbligatoriamente fatta ogni volta che ci sono nascite ed entro dieci giorni dall'evento. La comunicazione non deve necessariamente essere fatta per raccomandata, ma è bene telefonare per avere conferma della registrazione.
    Le informazioni da fornire sono: i dati del dichiarante; la data di nascita dei soggetti; il numero dei nati; l'indicazione della specie (nome scientifico e nome comune) e, se possibile, il sesso dei soggetti. Una volta ricevuta la denuncia, l'ente apporrà un timbro di ricezione e la protocollerà, potrà quindi inviandovi in risposta una raccomandata in cui è indicato il numero di protocollo (che avrà la stessa funzione di una Cites).

    Nel caso dei negozi di animali questo documento potrebbe teoricamente consistere nello scontrino fiscale ed in una fotocopia del documento di acquisizione con cui il negoziante stesso ha ottenuto i suoi esemplari.
    Le sanzioni per chi importa illegalmente specie Cites sono molto pesanti e variano a seconda dell'appendice e della destinazione (se i beni sono destinati al commercio o all'uso personale).

    La Cites era nata per controllare il numero degli animali a rischio che vengono presi in natura per evitare di impoverire gli stock selvatici.
    La normativa che regola la detenzione/commercio delle specie in CITES è stata modificata più volte.


  4. .
    Mi spiace tanto, purtroppo sono incidenti che capitano. I gatti hanno questo istinto di aggredire, qualcosa che non può essere abolito. Capisco quello che provi perché i gatti della mia vicina ogni estate tentano di uccidere le mie tartarughe, per fortuna loro sono grandi e sanno difendersi, ma questo non esclude che spesso vengono graffiate.
    Questo non mi porta ad odiare tutti i gatti, ma non posso negare che in certi momenti mi diano antipatia.
    Ad ogni modo per risolvere (o comunque migliorare) questo problema ho comprato uno spray repellente apposito per infastidire i gatti e i cani, in modo che non si avvicinino allo stagno. Questo spray è inodore per noi umani, quindi volendo potresti comprarne uno anche tu nel caso volessi riprovare ad allevare volatili.
    Da ciò che leggo dagli altri però dovresti rivedere un po' la stabulazione, perché nessun allevatore deve mai avere il dubbio che la gabbia sia chiusa o meno. Nel caso in cui la gabbia abbia problemi e si apra, compra un lucchetto e tieni le chiavi appese alla gabbia. Così sarai sicura che solo un essere umano può aver aperto la gabbia e allora lì la colpa non ricadrà sul gatto, ma su chi si è dimenticato la gabbia aperta.
  5. .
    Un testo veramente bello e utile, giusto per far comprendere ai bambini la difficoltà dell'allevare un animaletto.

    Io purtroppo non sopporto i genitori che comprano animali per i bambini e poi assecondano tutti i capricci di questi ultimi, perché così "li fanno felici" così "non piangono" ma cosa sono quelli? Piccole vite o palloncini? Forse prima di far fare questa cosa ai bambini dovremmo farla fare ai genitori :) sarebbe un esperimento interessante!
  6. .
    INTERVISTA A FIORE DI MARACUJA SUL PESCE ROSSO:

    www.spreaker.com/user/ariaimmaginaria/ve-pesce-rosso

    Introduzione:
    Il pesce rosso, nome scientifico Carassius auratus auratus è un pesce d'acqua dolce, appartenente alla famiglia dei Cyprinidae.
    Questa specie è originaria dell'Asia orientale e fu il primo pesce ad essere allevato in acquariofilia. Allevato e selezionato dal X secolo in Cina e diffuso in Europa alla fine del XVII secolo, il Carassio rosso raggiunge una lunghezza massima di 60 cm e un peso massimo di 3 kg (se provvisto di molto spazio). Può arrivare a vivere anche 50 anni.

    carassiusauratus

    Il pesce rosso in natura vive in fiumi, laghi e specchi d'acqua calma, fino ad una profondità massima di 20 metri. I pesci rossi e le altre carpe vengono messi spesso in acque stagnanti per ridurre la popolazione di zanzare. Va detto però che la loro introduzione ha spesso conseguenze negative sull'equilibrio dell'ecosistema locale in quanto sono animali molto voraci.
    Contrariamente a quanto si pensa il pesce rosso è un animale estremamente esigente in fatto di spazio. Vanno evitate categoricamente le bocce e altre vasche di forma assimilabile e le vaschette di litraggio inferiore ai 30 litri.
    Si stima infatti che un pesce rosso abbia bisogno di almeno 30 litri, oltre 50 per vivere bene, ma questi litraggi saranno ottimali soltanto finché il pesce è piccolo (fino a due o tre anni d'età). Considerando il fatto che è un animale molto socievole e soffre la solitudine si sconsiglia l'acquisto se non si è disposti ad acquistare un acquario di almeno 100/120 litri (che andrà bene per massimo due pesci), tenendo presente che queste dimensioni saranno comunque scarse qualora i pesci si riproducano o con l'avanzare dell'età.

    Caratteristiche:
    L'esemplare giovanile presenta un corpo più allungato rispetto all'esemplare adulto, con livrea dai colori sgargianti. L'adulto presenta un corpo più tozzo e solitamente più largo ai fianchi. La mancanza assoluta dei barbigli lo distingue dalla carpa.
    La livrea è variabile, solitamente giallo-oro ma esistono anche esemplari neri o a macchie. Il pesce rosso selvatico è quasi identico al pesce rosso comune e si può riconoscere con certezza solo mediante l'esame delle branchiospine in quanto da adulti in natura sono soliti perdere i loro colori sgargianti.
    Non si può avere una descrizione accurata della sua forma in quanto in seguito alle modifiche apportate dall'uomo nel corso dei secoli, ci sono centinaia di esemplari diversi.

    Carassio selvatico
    9552798-carassio-carpa-isolato-su-sfondo-bianco

    Riproduzione e dimorfismo sessuale:
    Il sesso nel carassio non si riconosce fino ai 3/4 anni di età. Dopodiché la femmina ha uno slancio evolutivo che la porta a raddoppiare le sue dimensioni iniziali e a prendere peso. Il maschio ha uno sviluppo fisico più lento e nel periodo dell'accoppiamento (ma anche oltre solo che più flebili) presenta i tubercoli nuziali, punti bianchi che si formano sui loro opercoli (tessuto osseo che protegge la branchia) e serviranno nel corteggiamento. È quasi impossibile tentare di riconoscere il sesso attraverso la pinna anale in quanto le varietà di carassio rendono irriconoscibile il sesso data la lunghezza delle pinne ornamentali.ple

    Sono pesci prolifici, che in natura depongono le uova tra i vegetali ma in acquario lasciano le uova dove capita. La loro riproduzione principalmente ha luogo in primavera-estate quando le femmine, di gran lunga più numerose dei maschi, si radunano in grossi bacini non molto profondi e successivamente sono raggiunte dai maschi. La tecnica di corteggiamento è piuttosto lunga; durante questa fase, il maschio, una volta scelta la partner, comincia a solleticarle l'addome mediante speciali piccole protuberanze che prendono il nome di tubercoli nuziali. La femmina è palesemente più grossa del maschio, infatti contiene le uova; il corteggiamento può durare da poche ore a circa tre giorni, alla fine dei quali la femmina espelle le uova, ne può fare trentamila per ogni chilogrammo di peso del suo corpo. Le uova successivamente vengono fecondate dallo sperma maschile che però può vivere solamente trenta secondi nell'acqua, infatti la fecondazione è esterna al corpo materno. Dopo circa cinque giorni/una settimana, nascono le "larve" o "avannotti" che si nutriranno per i successivi nove giorni grazie al nutrimento del loro sacco vitellino. Col passare dei giorni, però, il sacco vitellino si esaurisce e fino a quando gli avannotti non impareranno a nutrirsi da soli, ci sarà un gran numero di morti. I superstiti diventeranno grandi come i genitori dopo circa cinque anni e raggiungeranno la maturità sessuale a due o tre anni di vita. Grazie alla grande prolificità, i pesci rossi reintrodotti in habitat favorevoli al loro sviluppo diventano infestanti e danneggiano l'equilibrio autoctono.

    Molto praticato fra i carassi eteromorfi (oranda, demekin, riukyn...) è la riproduzione assistita, in cui viene prelevato il seme maschile e le uova femminili e la riproduzione viete attuata dall'uomo.

    Alimentazione:
    In acquario si possono nutrire con gli appositi mangimi, preferibilmente a granuli sul fondale. Questo perché le scaglie tendono a rimanere sospese a pelo dell'acqua e i pesci ingerendole inghiottiscono una grande quantità di aria che può provocare loro problemi. Si consiglia di nutrirli due o tre volte al giorno con piccole quantità di cibo, in maniera che questo possa essere mangiato nell'arco di un paio di minuti, sia per non sporcare l'acqua sia perché questi pesci tendono ad ingozzarsi e rischiare seriamente di ammalarsi. La cosa migliore sarebbe di dar loro da mangiare cibi quali piselli bolliti, insalate, zucchine e carote bollite, mele, chicchi d'uva e verdure fresche a foglia verde come spinaci e tarassaco almeno una volta alla settimana per aiutare il loro metabolismo e evitare problemi alla vescica natatoria. La verdura va sbollentata in maniera che vada a fondo una volta inserita nell'acquario. Eventualmente la dieta andrebbe integrata con mangimi vivi, surgelati o liofilizzati, ad esempio larva di zanzara, dafnia o artemia salina. Una volta a settimana andrebbero lasciati a digiuno.

    img1378xz

    jpg




    ____________
    Spero vi piaccia ^^

    Edited by °*blugoccia*° - 4/5/2015, 21:22
6 replies since 25/12/2010
.