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Come far smettere di mordere? Furetti

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    TRAINING ANTI-MORSO (per adulti e furetti piuttosto mordaci)

    Premetto che questo articoletto è scritto in base alle mie esperienze personali (tutt’ora in corso di approfondimento!!) e ad alcune raccolte da altri, quindi resta la nostra opinione in proposito che non vuole assolutamente prefiggersi di essere unica o indiscutibile. Mi sembra chiaro inoltre che ogni essere vivente è in quanto tale un ‘caso a sé’ e anche per questo lo scopo di questa scrittura non è altro che quello di fornire delle linee guida generali.

    Cosa ci serve:
    - tempo > saper rispettare i tempi del furetto che possono essere anche molto lunghi
    - pazienza > mai perdere la calma!
    - fiducia > non bisogna scoraggiarsi, ma credere in noi e soprattutto in lui
    - rispetto > in tutte le sue forme: rispetto verso i suoi timori e le sue diffidenze, verso i suoi tempi e anche verso i suoi morsetti che non sono altro che il suo modo per comunicarci le sue paure o per dirci di stare alle larga
    - nessuna paura > mai fargli capire che in qualche modo è riuscito anche solo un po’ a spaventarci
    - un po’ di accortezze > niente rumori improvvisi e niente movimenti bruschi!
    - ‘aiuti’ > coccole e piccoli premi (di solito usiamo la pasta multivitaminica in tubetto, ma ne esistono molti altri in commercio)

    In base alle nostre esperienze molte voci che girano tra i ‘furettari’ o articoli per il training che si trovano spesso sul web non si addicono propriamente alla maggiorparte dei furetti e soprattutto si basano su metodi a mio parere ‘poco soft’. Inizialmente anch’io mi sono avvalsa di suddetti metodi, quali prendere per il coppino il furetto e sgridarlo o soffiargli sul muso, oppure metterlo in punizione dentro la gabbia o il trasportino per un po’…o ancora morderlo sul dorso come farebbe un suo simile, ma ahimé, devo dire non ho mai avuto un gran successo con queste possibili soluzioni.
    Il mio modo di vedere le cose è cambiato soprattutto quando ho iniziato ad interessarmi agli ibridi, ovvero a quei furetti che sono stati incrociati con puzzole o che comunque portano una percentuale più o meno elevata di sangue selvatico.
    Certi soggetti se trattati ‘con violenza’ o con troppa dominanza, posso diventare dei veri e propri ‘mostri’ e necessitano di un maggiore rispetto da parte nostra per arrivare ai risultati ottimali, gli stessi che si raggiungono con gli altri furetti del tutto domestici.
    Il nostro metodo anti-morso, chiamiamolo così, si basa solo ed esclusivamente su INPUT POSITIVI e lo troviamo anche eticamente più giusto nei confronti dei nostri piccoli amici a quattro zampe. I risultati spesso non sono immediati ma l’importante è non scoraggiarsi ed evitare in ogni modo di scaturire nella mente del nostro amico panico, diffidenza o aggressività. Spesso e volentieri infatti, siamo portati istintivamente a rispondere a un morso con urla o grida o con gesti ‘scattosi’, ma questi non fanno altro che terrorizzare ancora di più il furetto (quando non lo istigano a riprovarci ancora perché hanno capito che funziona, che in quel modo riescono a tenerci alla larga). E’ infatti cosa comune che quando ci portiamo un nuovo furetto a casa –soprattutto se non si tratta propriamente di un cucciolo di 8 settimane- questo sia molto diffidente nei confronti della nuova famiglia adottiva e dell’ambiente stesso, spaventandosi così al minimo rumore o movimento brusco.
    Credo sia importante, quando possibile, risalire alle cause delle sue diffidenze o della sua mordacità (E’ stato poco o per niente maneggiato prima? E’ cresciuto a contatto con le persone e con i propri simili? Ha avuto esperienze traumatiche, quali percosse, cadute, incidenti di varia natura? E non di meno importanza…ha fame??) ma trovo ancor di più essenziale che, a prescindere da quale sia stato il suo passato, il rapporto tra animale e nuovo proprietario DEVE potersi basare su RISPETTO E FIDUCIA per trovare, o ritrovare, un equilibrio del tutto SANO (un po’ insomma come dovrebbe essere tra le persone).
    Partendo quindi da questo presupposto ogni metodo che va contro questi principi e dal mio punto di vista errato.
    L’unica ‘arma’ idonea può essere piuttosto la nostra voce, sia quello che diciamo ma in particolar modo come lo diciamo. Loro non parlano la nostra lingua ma sanno capire il nostro stato d’animo dal tono della voce che usiamo nelle varie situazioni, anche se un uso eccessivo di questa può portarci ad ottenere il risultato contrario nel momento in cui l’animale interpreta la nostra sgridata come una grande attenzione data al suo atteggiamento sbagliato, istigandolo quindi a riprovarci ogni volta che lo riterrà ‘utile’ ai suoi scopi.

    COME AGIRE QUINDI?
    Innanzitutto rispettando i loro tempi, non pretendendo tutto e subito ma armandoci di pazienza e fiducia in quello che si fa, e cioè un’opera di socializzazione! Portarsi a casa un furetto un po’ aggressivo o spaventato e pretendere che già da subito si lasci coccolare, baciare e si addormenti in braccio…è un po’ troppo. Magari è una cosa possibile con i cuccioli, ma non sempre lo è con gli adulti o anche con i cuccioloni. Lasciamogli piuttosto conoscere l’ambiente e le persone con cui convivrà d’ora in poi. Lasciamolo libero di scrutare ogni angolo della sua stanza o della casa se si vuole, e lasciamoci annusare ed osservare senza forzarlo troppo. Ci sono alcuni furetti, particolarmente ‘arrabbiati’ che una volta lasciati liberi si avventano su scarpe e pantaloni pur di metterci paura e sfogare la loro disapprovazione. Se necessario, imbottitevi di indumenti (jeans lunghi e scarpe alte) e lasciateli fare, una volta visto che non riescono a suscitare in voi nessuna reazione, perderanno il gusto di provarci. Evitate i movimenti bruschi e i rumori improvvisi, lasciateli insomma tranquilli il più possibile ma ogni giorno fate sentire la vostra presenza magari aumentando, man mano che i giorni passano, il tempo che ci passate insieme.
    Quando vorrete toccarlo, se a mani nude non vi sembra il caso, usate per le prime volte un asciugamano o allungate le maniche di una felpa a coprirvele (non sono a favore dei guanti per la ‘freddezza’ che rappresentano) e iniziate a meneggiarlo, a sollevarlo o a giocarci. Per le prime volte a mani nude usate il tubetto di pasta, con una mano glielo porgete con l’altra lo accarezzate, lo sollevate e lo prendete in braccio.
    Lasciate perdere ogni sua ‘cattiva azione’, a volte anche un brontolìo eccessivo o un NO-NO-NO troppo pronunciato possono essere intesi come una grande attenzione da parte nostra al loro gesto sbagliato e quindi, come già accennato sopra, un ‘da rifare’ in caso di necessità’. Ignorarlo vuol dire anche evitare di allontanarsi nel momento sbagliato, facendogli così pensare che la sua azione ci ha indotto alla fuga. E’ meglio aspettare piuttosto che sia lui ad allontanarsi per primo e noi solo di conseguenza.
    Incentrate quindi tutto sugli input positivi. Ogni gesto corretto, ogni volta che si lascia avvicinare e toccare, ogni volta che gioca con voi in modo pacifico, ogni volta che fa un piccolo passo avanti verso la vostra amicizia, premiatelo e incoraggiatelo!!! Con parole dolci, con le coccole, con qualcosa di cui va ghiotto (con parsimonia), con un nuovo gioco da fare insieme! Lui deve rispettare voi ma anche voi dovete rispettare lui e per fare questo non è necessario mettervi paura a vicenda.
    A volte ci possono volere pochi giorni, a volte alcuni mesi ma tutto si può fare, l’importante è non perdersi d’animo e non fasciarsi la testa a priori ma essere pienamente convinti di quello che si fa e dei risultati che arriveranno.

    TRAINING ANTI-MORSO (per i cuccioli)
    Di solito i cuccioli sono quello che noi vogliamo che siano.
    Un furetto fino ai 2 mesi di età o anche più, è un ‘pupazzetto’ nelle nostre mani. Per questo è importante l’educazione che riceve da mamma furetta ma anche e soprattutto dagli umani che deve conoscere fin dalle prime settimane di vita come grandi amici a 2 zampe.
    Con i cuccioli di solito non si hanno grandi problemi perché anche un morsetto è proporzionato alla stazza e quindi alla forza. E’ risaputo sì che i furetti hanno una presa ottima direi, che di solito si attaccano e non mollano (i furetti tirati via per il coppino mentre mordono di solito non fanno altro che stringere la presa, per questo la miglior cosa da fare è tentare di aprire loro la bocca con le dita o con qualcosa che risulti fastidioso) però è anche vero che non si è mai sentito dire che un cucciolo abbia staccato un dito a nessuno e che comunque, e vorrei sottolinearlo, se uno decide di prendersi un furetto o qualunque altro carnivoro, deve mettere in conto qualche possibile morso (ma non è forse così anche con i gatti e i cani??). Ad ogni modo è di sicuro più semplice correggere un cucciolo che un adulto, di solito i tempi sono più brevi e si può agire ‘con un po’ più di fretta’. Un cucciolo sui 2-3 mesi è ancora molto malleabile e per di più si adatta meglio di un adulto a una nuova casa o un nuovo proprietario.
    Potete iniziare col gioco. Al solito, se siete intimoriti dai morsi, usate qualcos’altro anziché le vostre mani nude per farlo sfogare (un panno, un peluche, ecc.), stancatelo e poi approfittate dei primi segni di cedimento per accarezzarlo e coccolarlo, quindi tranquillizzatelo. Se sbaglia limitatevi a un ‘NO’ o un ’ah-ah-ah’ e interrompete il gioco, ignorandolo finché non si presenta la nuova occasione per riprovare tutto da capo.
    I premi alimentari sono molto utili all’inizio e durante il training ma non devono diventare indispensabili per il resto della vita!

    ECCEZIONI?
    Forse sì. Sono infatti del parere che, come per tutte le cose e per tutte le regole possano comunque esistere delle piccole eccezioni, ovvero dei casi SPORADICI in cui sia necessario riprendere più o meno esplicitamente il nostro animale. Casi in cui il furetto è vostro da sempre o da tanto, è adulto e ha ricevuto comunque a priori una buona educazione. Se sbaglia e l’errore è stato fatto di proposito, perché sa che una certa cosa non va fatta, allora può essere giusto rimproverarlo per far sì che questa non si ripeta, a meno che il suo atteggiamento non si sia verificato in conseguenza di una nostra azione errata. In questi casi di solito non si creano stati di ansia pericolosi per il rapporto, purché ovviamente e come al solito siano banditi i metodi grotteschi e si preferisca piuttosto imparare a usare la voce.
     
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    Bell'articoletto... metto in evidenza! :lol:
     
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